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Due grandi amici e due artisti storici della Galleria l'Acanto presentano i loro lavori più recenti. L'uno, Fabrizio Molinario, ispirandosi all' Art Brut e al grande insegnamento sia di Dubuffet che di Basquiat interpreta a suo modo un mondo immaginario e a tratti infantile ma pieno di richiami alla realtà e denso di colori puri e squillanti con una trama retrostante piu' pensata e costruita. L'altro, Massimo Romani, alla precisione calligrafica di ogni sua composizione unisce una forte connotazione descrittiva e umana della realtà di un viso di un suo particolare e ci porta ad osservare al di la' dell'opera con molti rimandi all'arte iperealista. Due mondi a contrasto che al di la' dell'accostamento ardito o, forse proprio per questo, si fanno osservare con estremo interesse e ci portano entrambi nell'affascinante mondo della Creatività e dell'Arte.
Mariella Torre

Le opere di Fabrizio Molinario contengono un racconto antico quanto la storia dell'umanità. L'esigenza di portare fuori di sé il proprio vissuto interiore. E il nostro artista lo fa organizzando un alfabero di segni che scaturiscono dalla relazione fra le forme geometriche ed il colore e che non ha bisogno di essere tradotto secondo un codice interpretativo poiché Molinario lascia che sia la nostra immaginazione ad ampliarne il senso. La libertà del segno e del gesto pittorico suggeriscono una lettura che non necessariamente e non solamente sofferma l'attenzione ai singoli elementi ma si allarga ad una percezione gestaltica, rivolta alla totalità di quanto è rappresentato.
Cristina Moregola

Le opere recenti di Massimo Romani si inoltrano nelle profondità dell'universo femminile, dentro a quell'insieme di allusive promesse e di ingenue verità che questi sguardi di giovani donne rivelano. La pennellata accurata permette all'artista di fissare sulla tela la levigatezza dei volti, la morbidezza dei volumi, la delicatezza degli incarnati, le sfumature delle chiome, in un sapiente gioco di chiaroscuro e di luminosità che, inevitabilmente, conduce allo sguardo, rivelazione evocativa di anima e pensieri. Anima e pensieri femminili che ora si affiancano a quelli dipinti in precedenza dall'artista, quando oggetto della sua pittura era l'uomo con le sue ossessioni, le sue paure, i suoi sogni, immerso in un universo grigio, monocromo. Ora i dipinti di Massimo Romani sono a colori, come gli sguardi e le emozioni delle donne raffigurate.
Emiliana Mongiat